giovedì 20 marzo 2008

Momenti di vergogna

In questi giorni, gli italiani che si andavano convincendo a votare il PD di Walter Veltroni, hanno ricevuto l’ennesima botta di delusione. Questo dinamico e brillante movimento, fatto da idee nuove, gente nuova, proposte nuove, simboli nuovi, costosissima sede nuova è invece capeggiata da un logoro pensionato della politica. Un navigatore di lunghissimo corso, bravo più a blaterare che ad agire. Questo lo si sapeva già, Uolter non ha mai brillato per efficacia amministrativa e gestionale, a differenza di quanto sia stato fulgido nel pianificare la sua carriera di cineasta fallito prestato alla politica italiana, luogo in cui i falliti della società hanno sempre trovato scampo e rifugio. Un pensionato, dunque. Va bene. Uno, però, si chiede: sarà pure pensionato, ma che lavoro ha fatto? Quanti contributi ha versato? E, cosa più ancora rilevante, quanto prende di pensione al mese? Ha fatto il deputato in parlamento per una decina d’anni e per altri due il ministro. Per queste sfibranti attività, oggi percepisce la somma di quasi seimila (diconsi 6000) euro al mese. La cosa buffa è che, a sentirlo, quei soldi non li voleva, è stato quasi costretto con la forza a prenderli. Questa è l’Italia di oggi: a fronte di un esercito di pensionati con retribuzioni da fame che vorrebbero qualche monetina in più a fine mese, c’è uno che invece è inseguito da una pensione che rifiuta, che non vuole. Una pensione che lo perseguita e che alla fine decide di devolvere agli affamati d’Africa. Quando si dice un Paese impazzito. Ma chi ha denunciato quest’ ignominia? Quale cittadino sensibile alle necessità altrui ha messo il dito su questa disuguaglianza intollerabile? Beppe Grillo? Macchè, Gianfranco Fini. E chi è costui? Presto detto: é un fratello gemello del Uoter appena menzionato. Uno che di euro al mese ne guadagna ventimila, più o meno, che gode di prebende e privilegi vergognosi e che, al solo scopo di gettare fango sull’avversario in campagna elettorale, denuncia il male altrui senza guardare se stesso allo specchio. L’unica differenza fra i due è che il primo percepisce una pensione d’oro, mentre l’altro un’indennità di platino. Questione semplice di denominazione, mentre il grosso dei cittadini di questo paese ottiene salari neanche di ferro battuto, neanche d’alluminio anodizzato, solo da fame. C’è un deputato uscente dei verdi, un giornalista giovane e brillante, protagonista anonimo per due anni della vita dorata di palazzo e che oggi ne rifugge schifato, che sta pubblicando su Libero il resoconto di quella parentesi di vita. Basterebbe leggere per decidersi a disertare in massa le urne e iniziare scioperi della fame, della sete, del sonno, della parola, del silenzio. Questo è chiaro che non avverrà, siamo un popolo che si divide fra autolesionisti e masochisti. Le nuove categorie della democrazia italiana, altro che destra e sinistra. Altro che progressismo e liberalismo. Destinati a vedere smembrate, svendute, alienate le nostre ricchezze, vedi l’Alitalia tanto per fare un esempio, mentre ci accapigliamo per riempire ancora una volta le nostre istituzioni democratiche di nababbi nullafacenti, nullapensanti, spesso ignoranti come le capre, spesso dediti alla ricerca di paradisi artificiali, spesso amanti dell’alcova a pagamento. Pagamento a carico del popolo.

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